SCUOLA A DISTANZA. L'esperienza delle scuole federate

Provincia Est - 12 giugno 2020

Manuela Licitra, coordinatrice scuola dell'infanzia Sacro Cuore di Budrio

Pronti, ri-partenza, via!

Ecco che pian piano si riparte ma come sarà questo cammino per i bambini?
Il periodo passato fatto di paure di contagio, chiusura e distanziamento sociale, può aver causato in alcuni bambini timore o paura nei confronti della ripartenza. Si ricomincia ad uscire ma con cautele e con le adeguate precauzioni. Adulti e bambini maggiormente sensibili possono aver ancora un livello di allerta molto alto ed essere rimasti molto condizionati dai prolungati messaggi di rischio e paura. Per quanto i genitori possano essere stati bravi a tentare di alleggerire il carico di questa situazione agli occhi dei bambini, il grande cambiamento può aver diminuito le sicurezze del bambino. Il distanziamento sociale ha tenuto i bambini lontani dai coetanei, ha allontanato gli affetti ed ha messo i corpi a distanza.
L’aspetto della corporeità, fondamentale soprattutto nella fascia 0/6, è importantissimo per il bambino e per la sua crescita. Come dice lo Psicologo e Psicomotricista G. Nicolodi “il bambino è corpo” ed è “attraverso la via corporea che il bambino impara, si relaziona, si esprime e chiede aiuto”. Per questo motivo, è bene che il bambino senta il suo corpo come oggetto desiderante e desiderato, non come corpo da tenere a distanza perché pericoloso, sporco o contagioso. La corporeità, cuore dell’educazione e centro dell’essere e del sentire del bambino non può essere ricettacolo delle angosce di contagio dell’adulto ed è compito dell’adulto non proiettare le proprie ansie e difficoltà sui bambini.
Nascondere con le parole le nostre evidenti paure, però, non può funzionare con i bambini perché loro sentono oltre la nostra voce e vedono oltre il nostro sguardo. Sarà importante cercare di avere una disposizione mentale positiva spiegando con parole semplici ciò che accade ed aiutando così il bambino a comprendere che nella vita accadono cose che non si possono prevedere, né evitare o controllare ma che si possono affrontare in maniera positiva. Ascoltiamo il bambino quando racconta delle sue paure e “condividiamo i problemi trasformando tutto questo in resilienza educativa” (G. Nicolodi).
La mancanza di vicinanza con persone con le quali erano legati in maniera importante, come per esempio i nonni, il distacco da routine, luoghi e relazioni significative, come la Scuola, può aver aumentato la diffidenza del bambino che come difesa naturale, per supplire a queste mancanze, si può essere avvicinato al genitore con un contatto fisico più stretto. Per loro sarà importante la nostra presenza ed è importante che questa sia osservatrice, accogliente e non limitante. Non sarà importante risolvere il problema, quanto invece saper cogliere il messaggio che il bambino ci invia, legittimandolo.
Fortunatamente, i bambini sono capaci di riadattarsi velocemente, tanto più nel momento in cui trovano condizioni di serenità nell'ambiente che li circonda.
Accogliamo quindi le loro paure e rispettiamo i loro tempi, accompagnandoli in maniera graduale a riacquistare fiducia nell'ambiente esterno, aiutandoli ad esplorarlo confrontandosi con i propri limiti e scoprendo le loro risorse.
Accompagniamoli con lo sguardo, ascoltiamoli e giochiamo con loro permettendogli di “mettere in scena” le loro paure.
A piccoli passi ricominciamo a camminare insieme verso il ritorno a questa rinnovata ed intensa “normalità”.

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