Newsletter del 27 giugno 2025

Ricercatori di bellezza… e i tulipani

Sul finire dell’anno scolastico, quando mia figlia Teresa frequentava la seconda classe della secondaria di primo grado, la prof. di matematica chiese agli studenti stanchi e distratti, come facessero a riposarsi rispetto alle fatiche richieste dalla scuola

Le risposte furono diverse: guardare film, dormire, ascoltare musica, ‘scrollare’ su Instagram… ma lei disse loro che non occorreva fermarsi solo fisicamente, né ‘staccare la spina dalla realtà’, ma che occorreva il riposo del cuore, ed il cuore per riposare ha bisogno di bellezza, di vedere e contemplare il bello, perché è il riverbero del Vero. Quel giorno Teresa mi fece comprare un mazzo di tulipani, li mise dentro un vaso con l’acqua e li posizionò sull’isola della cucina. Poi si fermò qualche istante a guardarli ammirata e disse: ‘E’ proprio così!’
Da quel giorno, ed ancora oggi a distanza di 4 anni e in piena adolescenza, quando è stanca mi chiede di comprarle i tulipani.

Tra poco si chiuderà la scuola con la solita corsa per sistemare, pulire, mettere via giocattoli e materiali, finire le ultime documentazioni, salutare i bambini ‘grandi’ che passeranno alla primaria e i loro genitori, impostare il prossimo anno scolastico, con i nuovi elenchi di bambini, con il Piano Azioni Fism e le future formazioni da scegliere.
Tra un mese circa ci sarà il desiderato e meritato tempo del riposo, delle vacanze… il tempo libero. E nel tempo libero, ci insegnano i nostri bambini a scuola, ognuno fa ciò che desidera, con chi desidera, ciò a cui tiene di più, fa ciò che ama…
Le vacanze sono appunto il tempo della libertà, dove non essendo obbligati da vincoli lavorativi, si è liberi. Liberi da cosa? Liberi da chi?
Se pensiamo all’esperienza, uno è libero quando è pienamente soddisfatto, quando vive qualcosa che corrisponde al suo cuore, che è all’altezza del suo desiderio di felicità… e vive o vede qualcosa di Bello… allora il cuore trova pace e si riposa.
L’augurio che possiamo farci, allora, non è quello di riempirci il tempo di cose da ‘fare’ che ci svagano, o al contrario di ‘non fare’ nulla, ma di diventare ricercatori di Bellezza, perché davanti a un panorama mozzafiato, a un tramonto variopinto, a una spiaggia di acqua cristallina o alla vetta innevata di una montagna, possiamo chiederci “Chi le fa e ce le dona da contemplare”… ed immediatamente il cuore diviene pieno di stupore e gratitudine.
E se non si ha la possibilità di viaggiare… si possono sempre cercare dei tulipani da ammirare.

Claudia Ventura-insegnante e pedagogista FISM


Nell’immagine, un vaso di tulipani.

Giochi da spiaggia… consigli per genitori

Chi non ha mai costruito un castello di sabbia in spiaggia o una pista con le biglie da lanciare con un ‘cricco’ di dita? La sabbia è una ricchezza, fornisce tantissime opportunità di giochi da fare con tutta la famiglia: castelli, scavare le buche, fare gli stampini, le pappe da cucinare, non fare cadere lo stecchino dentro al mucchietto di sabbia…

Materiale da avere dentro alla sacca del mare: secchiello, palette, stampini, biglie, stecchino del ghiacciolo.
Numero di giocatori: da 1 a infiniti.
Età: da 3 a 100 anni.
Scopo/breve descrizione dello spirito del gioco: divertirsi.
I verbi del gioco: fare, provare, sperimentare, toccare, paciugare, insabbiarsi, scavare, allineare, pressare, tirare, far rotolare, ribaltare, rovesciare, riempire…
Abilità e apprendimenti: si acquisisce manualità fine, si aggiunge, si toglie, si divide, si trasforma la materia, si progetta, si fanno precise sequenze di azioni, si realizza, si fanno ipotesi, previsioni, si costruisce, si distrugge, si fanno linee, curve, recinti, muri, tunnel…
Senza una precisa progettazione educativo-didattica, ma solamente trafficando con la sabbia e i materiali, i bambini apprendono le quantità, lo spessore, la misura, la fisica, la geometria, l’aritmetica, la pendenza, l’equilibrio… e tutto questo giocando.
Competenze sociali: la bellezza di questi giochi è che in due, tre, quattro, cinque… si impara anche a collaborare, condividere, prestare, litigare e far pace, stare insieme.
Conclusione del gioco/condizioni di vittoria: il gioco termina quando il babbo o la mamma sono stanchi… i bambini andrebbero sempre avanti.
Eventuali suggerimenti sulla strategia: giocare per vincere, per stare alla relazione, aiutare i figli quando non si considerano capaci, aiutarli a superare la frustrazione quando perdono, aiutarli a rispettare il turno o a non lanciare la sabbia, guardarli per una conquista avvenuta e valorizzarli…
Cosa può accadere: che i vicini di ombrellone si aggreghino, che persone si fermino a guardare, che si divertano più gli adulti dei bambini.
Precauzioni d’uso per i genitori:
-non avere ansia da performance nel costruire il castello, anche se non è perfetto o simmetrico, è lo stesso… non vietate ai bambini di accedere perché ve lo rovinano;
-non piangete quando ciò che è stato faticosamente costruito verrà cancellato da un’onda o dal piede di un bambino;
-per fare la pista delle biglie potete trascinare il figlio per i piedi, in modo che il sedere lasci l’impronta e faccia la scia… occhio però che la sabbia non bruci;
-non litigate per avere la biglia di Pantani;
-fingete sempre di assaggiare la pappa di sabbia e dite che è buonissima;
-per avere la sabbia bagnata, non fate sempre andare solo i bambini a prendere l’acqua del mare con il secchiello, ma fate un giro anche voi!
E se qualcuno ha il coraggio di chiedersi se esistono i ‘compiti’ per le vacanze per i bambini dell’infanzia o un librino di pre…grafismo, pre…calcolo… avendo l’ansia da performance per il futuro del figlio, può rispondersi accorgendosi che basta semplicemente vivere intensamente l’istante della realtà con quello che offre, vivere l’oggi che è un dono e per questo si chiama PRESENTE (Kung Fu Panda)
Allora buone vacanze e BUON GIOCO a tutti!!!

Claudia Ventura-insegnante e pedagogista FISM

Nell’immagine, un castello di sabbia.

Pontecchio. Scuola dell’Infanzia e Nido G. Marconi, festa del centenario

Lo scorso 5 giugno è stato ricordato un traguardo straordinario che unisce memoria, gratitudine e visione per il futuro. La giornata è stata anche un’occasione di riflessione: con un ricco programma di eventi che ha coinvolto ex alunni, insegnanti, famiglie e amici della parrocchia. Nel corso dell'evento è stata inaugurata una targa commemorative

Racconta Don Massimo D’Abrosca, parroco di Pontecchio: “Il 6 ottobre 2025 l’asilo parrocchiale compie cent’anni. E’ l’eredità lasciata da un parroco del tempo, don Domenico Calzolari, che puntò alla cura pastorale dei bambini con l’aiuto delle suore allora presenti nel territorio. Quest’opera è cresciuta nel tempo, affrontando anche momenti di crisi come il passaggio dalle suore alla struttura attuale. La comunità si è data molto da fare. Nel 2000 don Antonio Stefanelli rilanciò l’opera costruendo un edificio dietro la chiesa da adibire a scuola. Oggi ci troviamo ad avere una realtà piuttosto ricca come rivelano anche i numeri: 28 bimbi al nido (che abbiamo ampliato quest’anno), 31 alla materna, 25 al dopo scuola delle elementari, 8-10 per le medie (con il valore aggiunto di una cucina interna). Sono numeri importanti che possono richiamare la struttura di una piccola impresa, L’aver adeguato la scuola agli standard richiesti e aggiornato i criteri di gestione non ha intaccato il cuore e l’anima dell’opera: veicolare attraverso i valori del Vangelo un’educazione che sia una sorta di porta per il cammino degli iscritti. E’ un servizio alla famiglia, apprezzato anche per la bellezza del luogo. Ma soprattutto la scuola è un tassello importante di una rete educativa in grado di accompagnare bambini e giovani". "La festa -conclude don D'Abrosca- è stata un momento di memoria toccante con una mostra fotografica e l’inaugurazione di una targa celebrativa che riassume la mission della scuola. Erano presenti tra gli altri il sindaco, il presidente della FISM Rossano Rossi e tutti quelli che ci stanno supportando anche economicamente".
Elena Manfroni ha la procura per la gestione: "Quando ho iniziato a occuparmi di gestione avevo un obiettivo prioritario: costruire un gruppo di insegnanti che lavorassero con passione. D'altra parte, in un territorio caratterizzato da forte concorrenza, se vuoi che i genitori ti scelgano devi garantire un servizio diverso dagli altri. Il rapporto col personale è ottimo. Io controllo e do le direttive ma sono loro i protagonisti dell'organizzazione della scuola. Questo fa sì che le insegnanti abbiamo una forte dedizione per i bambini e per le famiglie. In più non sono solo colleghe ma anche amiche. E questa è la carta vincente".

Nella foto l'esterno della scuola e la targa del centenario