La scuola Beata Vergine di Lourdes, nata cento anni fa, si è sviluppata come opera educativa della comunità parrocchiale; cresciuta nel tempo è oggi una realtà esigente dal punto di vista gestionale. Le dimensioni dell’attività (4 sezioni di Infanzia, 13 classi di Primaria, 330 bambini, 45 dipendenti), unitamente alla crescente complessità delle normative scolastiche e alle sfide particolarmente incidenti sulle scuole paritarie (calo demografico e insufficiente riconoscimento economico), richiedono un’adeguata e rinnovata responsabilità amministrativa.
Da Zola Predosa un'interessante novità sul versante delle scuole parrocchiali. L’Ente Parrocchia risulta sempre meno adeguato per svolgere tale funzione, anche considerando l’evolversi del contesto ecclesiale: calo dei sacerdoti e aumento delle loro responsabilità, ridefinizione del ruolo e dei confini delle parrocchie.
La Parrocchia di Zola ha quindi scelto di costituire un ente strumentale al quale affidare la gestione della scuola BVL, col fine di alleggerire il Parroco pro-tempore rispetto alle responsabilità e agli oneri connessi alla gestione e facendo tesoro della pluriennale esperienza di coinvolgimento dei laici.
E’ stata quindi costituita la Fondazione "Abate Aldino Taddia" (ente del terzo settore), intitolata al sacerdote che ha guidato la parrocchia dal 1953 al 1999, curando con particolare impegno e determinazione la crescita della scuola e la sua identità di opera sociale e pastorale.
La Parrocchia, con l’approvazione della Diocesi, ha definito lo Statuto della Fondazione, ancorando finalità e obiettivi alla specifica e originale concezione cristiana dell’attività educativa e determinando la nomina del CdA; ciò consentirà di mantenere il “controllo di indirizzo” dell’attività della Fondazione in capo alla parrocchia stessa.
A partire dal 1 settembre 2023 la Fondazione si assumerà tutta la responsabilità giuridico-amministrativa della gestione della scuola.
Il parroco e la comunità parrocchiale manterranno l’onore di continuare a proporre e svolgere azioni di carattere pastorale, senza avere più l’onere della responsabilità gestionale.
La Fondazione "Abate Aldino Taddia" è stata costituita per consolidare e dare futuro alla specifica esperienza educativa tramandata dalla comunità cristiana del territorio, guidata da persone coinvolte nella comunità e nella rete delle scuole paritarie, impegnate a garantire la fedeltà a questa tradizione educativa.
Stefano Andrini
Nella foto il logo della BVL
Durante un incontro di programmazione con le colleghe, ci siamo interrogate riguardo a quei bambini che in sezione emergono molto e a quelli che, invece, non emergono affatto. Come riuscire a gestire questa smania di protagonismo o, al contrario, come aiutarli a rendersi protagonisti?
È nato così il laboratorio “Maestro/a per un giorno”: tutti i giovedì, dalle ore 14 alle 15, un bambino/a scelto attraverso una semplice conta numerica, diventa Maestro/a per un giorno e propone a tutti gli altri un’attività, un’esperienza o un gioco in cui si sente capace e ha voglia di condividere questa sua abilità. Sarà lui a dover spiegare, raccontare e insegnare agli altri quale attività staranno per intraprendere, quali materiali dovranno utilizzare e quale sarà il risultato finale.
Prima di iniziare questa nuova esperienza con la Sezione dei cinque anni, la mia collega ed io l'abbiamo introdotta parlando di come ognuno di noi è diverso dall’ altro, in quanto possediamo delle peculiarità che ci differenziano, ci distinguono, ma non ci dividono, anzi ci rendono parte di un gruppo, come i colori dell’arcobaleno, tutti diversi tra loro ma bellissimi insieme. Ognuno poi ha raccontato cosa gli piace fare e, soprattutto, in che cosa si reputa “bravo” e vorrebbe insegnarlo ai compagni.
Ad oggi il laboratorio è stato condotto da metà dei bambini della sezione, con risultati ottimi e stupefacenti. L’entusiasmo e la curiosità iniziano già dalla mattinata e, al momento della scelta del nuovo “Maestro/a”, iniziano il lavoro con dedizione e ascolto. C'è chi ha insegnato a costruire una chiocciola di carta, chi ha creare un disegno pop-up, alcune “Maestre” hanno mostrato e insegnato i primi passi della ginnastica ritmica e della danza, chi con un rotolo di carta igienica ha creato un polipo, chi ha insegnato a costruire un aquilone di carta e tanto altro...
I “Maestri/e” hanno dato sfoggio della loro creatività e abilità con soddisfazione e grande orgoglio, sia per il lavoro svolto ma anche per aver visto l’interesse e l’apprezzamento dei compagni.
Elisabetta Corsini - Scuola infanzia G. Marconi
Nella foto un momento del laboratorio
Nella sezione primavera e nella sezione dei tre anni si è deciso di intraprendere un percorso di tre incontri con la compagnia Fantateatro. Positivo il bilancio. Due spettacoli sono stati visti al teatro Dehon ed il terzo, invece, ha avuto luogo all’interno della scuola.
Abbiamo deciso di realizzare questo progetto per accompagnare i bambini in un’esperienza che porta alla scoperta delle emozioni (paura, gioia, stupore…). In uno spettacolo entrano in gioco tanti elementi in grado di catturare l’attenzione dei bambini: luci, colori, materiali ed effetti sia visivi che sonori. Arrivati a teatro, allo spegnimento delle luci le reazioni emotive sono state di diverso tipo: alcuni bambini cercavano la mano della maestra o piangevano, altri erano eccitati in attesa di quello che sarebbe potuto succedere. Una volta accese le luci del palcoscenico e conosciuti i personaggi, quasi tutti i bambini si sono lasciati coinvolgere dalla storia. Come si poteva osservare dalla postura e dalle espressioni del viso, i bambini erano tutti protesi in avanti con occhi pieni di meraviglia e stupore. Bisogna sottolineare che gli attori sono stati molto efficaci nel coinvolgerli durante la storia, chiedendo più volte di interagire. Ad esempio, nello spettacolo “I tre porcellini” veniva chiesto al pubblico di chiamare il lupo, di cercarlo, mentre nella rappresentazione di “Cappuccetto rosso” (realizzata a scuola) il lupo correva in mezzo ai bambini per cercare la nonna in fuga e chiedeva loro di imitare alcune espressioni facciali dicendo: “Come sono i fiorellini arrabbiati? E quelli innamorati? Quelli felici?” I bambini si sono mostrati molto collaborativi, ridendo e incitando il lupo alla ricerca della nonna.
Noi educatrici siamo rimaste molto colpite dalla reazione di stupore delle altre insegnanti, nel vedere bambini così piccoli a teatro. Siamo convinte che accompagnarli a vedere spettacoli teatrali sia molto importante per la loro crescita, in quanto permette loro di venire a contatto con sensazioni ed emozioni diverse da quelle che sono soliti provare; inoltre è un’occasione per arricchire il proprio bagaglio di esperienze e acquisire nuove competenze.
Troviamo che il teatro sia uno strumento educativo importante, poiché aumenta la percezione di sé, favorisce l’empatia e la capacità di riflettere sull’altro e sul mondo.
"Corpus Domini" Bologna
Nella foto uno degli spettacoli teatrali
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