La sezione è ben ordinata e curata in ogni particolare: dal cartellone delle presenze alle scatole sugli scaffali. I materiali sono tanti e colorati e si ha la sensazione di uno spazio ricco ma non strapieno; le pareti parlano, così come gli oggetti scelti ad abbellire la sezione: oggetti significativi perché hanno una storia per quel gruppo di bambini.
Disegni e collage evidentemente realizzati dai bambini: non perfetti, non uguali, magari con soggetti sproporzionati e imprecisi… ma uno
diverso dall’altro. Materiale di recupero utilizzato per giochi e maschere e una scatola dei tesori di Pierino, che ha portato da casa, a memoria di un legame significativo con il babbo e che al bisogno
viene aperta, esplorata. Già, perché in ogni sezione che si rispetti c’è un Pierino o anche due.
Eppure, il clima è sereno. I bambini guardano, ascoltano, seguono la Maestra che con tono calmo e a bassa voce parla, racconta, scherza, ride con i bambini… e vive con i bambini. La Maestra allaccia una scarpa, consola un pianto, lancia uno sguardo d’intesa a un bambino, ne incoraggia un altro che fatica a portare a termine una consegna, valorizza una costruzione creata, ascolta il più timido, canticchia. E tutto proprio con un ordine chiaro, attento, con gesti delicati e fermi al tempo stesso. I bambini sono autonomi nell’utilizzo dello spazio e nelle varie zone gioco; si aiutano, si prestano materiali, conversano tra loro, si rivolgono all’adulto se hanno bisogno, si sentono ‘a casa’.
Penso che sarei rimasta tutta la giornata a godermi quello spettacolo, quel clima, quell’educazione di cui si parla tanto come emergenza… incarnata; sarei rimasta a godermi quel modo di introdurre i bambini alla realtà, di aiutarli ad apprendere a vivere, di offrire possibilità di esperienze ed esplorazioni di materiali e conoscenze. Con gli occhi che brillano la Maestra mi parla di quanto sta
scalza con i bambini, dei giochi motori che propone, delle esperienze sensoriali con vari elementi, dei segni lasciati con le dita nella schiuma da barba, delle scatole delle stagioni, del totem della
tribù del sole, del materiale non strutturato per costruire città di dinosauri… del suo stare all’aria aperta e delle lunghe passeggiate…
Mi aveva chiamato per fare un’osservazione, perché desiderava un confronto, un occhio esterno. Alla fine, sono io che ho ringraziato lei. Allora, se vi ponete la domanda se è ancora possibile educare oggi e cercate la risposta… chiamatemi che andiamo insieme nella sezione di questa Maestra!
Claudia Ventura
Coordinatrice Pedagogica
Nella foto Francoise con Claude e Paloma-1954-Museo Picasso Barcellona
Il metodo OEFFE viene applicato a tutte le categorie di corsi perché pratico ed efficace. Si parte dall’analisi di un caso, ovvero la descrizione di una situazione reale, complessa, che prima viene messa a confronto con la propria esperienza e poi diventa oggetto di studio da parte del gruppo di lavoro.
L’idea di organizzare un corso di orientamento familiare per nonni, è nata da due non più giovani ex mamme della Scuola Cerreta di Bologna. Essendo cambiato il ruolo, non più genitori ma nonni di un certo numero di nipotini, ci siamo chieste: “Come possiamo aiutare non solo materialmente le famiglie dei nostri figli, rispettando il loro stile ma passando anche le nostre esperienze?” Ci serviva un po’ di formazione, perché il mondo è molto veloce e mantenere il passo non è semplice. Abbiamo così maturato l’idea di un “Corso Nonni“ e contattato l’associazione OEFFE Bologna che si occupa di orientamento familiare (https://www.oeffe.it/) e l’avventura è iniziata. Al corso non si parla solo di relazione nonni-nipoti, nonni-figli, ma anche e forse soprattutto di come due genitori rimasti in casa senza figli, possano mantenere un rapporto felice ed equilibrato nonostante gli anni che passano. Entusiasmante scoprire che anche a un’età non più giovanissima, ci possa essere ancora un desiderio ricco di iniziative e creatività per vivere felicemente un rapporto di coppia!
Lavorare su un caso reale, come conferma la nostra esperienza, è una strategia metodologica basata su riflessioni in relazione ad una situazione reale o verosimile su cui avanzare ipotesi e possibili soluzioni.
Nonna Paola e nonna Serafina
Nella foto un momento del corso
Tema guida della progettazione annuale è "I musicanti di Brema". La ragione principale è stata dettata dal desiderio di continuare a proporre un percorso dove gli animali fossero i principali protagonisti, in quanto il mondo animale ha un potere catalizzante nei bambini di questa fascia d'età, favorendo il loro coinvolgimento e interesse verso le varie proposte didattiche.
La storia è stata presentata ai bambini attraverso la lettura in sezione. In seguito, nelle insegnanti è sorto il desiderio di proporla attraverso i burattini, con cui i bambini potevano liberamente giocare. L'entusiasmo delle insegnanti è stato tale da farle ipotizzare di rappresentarla anche attraverso la drammatizzazione, i cui protagonisti fossero loro stesse. Ma tante sono state le domande sorte rispetto alla modalità di "stare in scena": come fare per coinvolgere i bambini? Come caratterizzare i personaggi?
Quest'anno FISM Bologna ha proposto un corso di teatro il cui formatore è stato l’attore Giuseppe Savio. Ho deciso di seguire il corso perché ritengo che, nella professione d'insegnante, l’uso del corpo e della voce abbiano un'importante funzione comunicativa. Il corso è stato coinvolgente, dinamico e ha dato la possibilità ad alcune scuole che ne facevano richiesta, di usufruire della consulenza del formatore per accompagnarle in un progetto specifico. Abbiamo pertanto colto al volo questa opportunità chiedendo a Giuseppe un aiuto per progettare ed eseguire al meglio la drammatizzazione della storia.
Al primo incontro la sua presenza ha generato timidezza ma dopo pochi minuti, con i suoi suggerimenti e interventi mirati, nonché grazie anche al clima di complicità che si era creato, le colleghe ed io ci siamo molto divertite!
Dopo questo primo incontro ci siamo ritrovate a fare le prove senza il formatore, e qui abbiamo riscontrato una certa difficoltà a mettere in scena la seconda parte della storia. Ci siamo confrontate con la nostra pedagogista rispetto a questo ed accordate per un secondo incontro con Giuseppe, che ci ha dato molti spunti ed idee interessanti per caratterizzare i movimenti degli animali, sottolineando l'importanza dello sguardo da tenere in scena verso i bambini mentre recitiamo per loro. Giuseppe è stato motivante, interessante, divertente, ha saputo guidarci con delicatezza, dimostrando abilità e competenze del suo mestiere, sia come attore che come formatore.
Siamo riuscite a rappresentare la storia che è risultata accattivante e coinvolgente per i bambini. Bellissimo, alla fine, quando abbiamo tolto le maschere, il commento di L. (4anni): “Ah! Ma dietro l’asino ci sei tu maestra Diana!”
Diana Marchetti, coordinatrice scuola infanzia Sacra Famiglia di Bologna
Nella foto un momento della drammatizzazione
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