FISM Emilia Romagna (Federazione Italiana Scuole Materne) lancia la raccolta fondi per consentire i primi interventi di ripristino attività nelle scuole d'infanzia della Romagna, coinvolte nell’emergenza alluvione. UN AIUTO SUBITO! Chiunque può versare un proprio contributo utilizzando queste coordinate bancarie: IBAN: IT78M0503412800000000024426
Non ci sono tante parole per commentare la situazione che noi, le nostre famiglie, le nostre case e le nostre scuole si sono trovate a vivere in questi giorni di pioggia e inondazioni.
Scrivo ‘noi e nostre’, perché questo fatto ha toccato tutti. Ha bloccato tutti, chi si è trovato con l’acqua ai piedi e chi no. Certo, il disagio, la drammaticità, i danni sono diversi per chi ha lavorato e sta lavorando per svuotare, salvare, asciugare, riparare… ma il cuore e la ragione hanno interpellato tutti.
I fatti li conosciamo.
Non c’è spazio per commenti o considerazioni. Occorre far spazio solamente a Chi sostiene la nostra Speranza.
Allora mi è tornata in mente la frase che Guareschi scrive in ‘Mondo Piccolo’ nel dialogo tra il Cristo e Don Camillo:
“Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?”
Il Cristo sorride: ‘Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla intatta’.
Salvare il seme! Salvare la nostra fede! Questo è ciò che intravedo ci sia chiesto ora per non farci prendere dallo sconforto, ma per ricominciare a costruire ed educare. E i bambini cosa possono comprendere? Di fronte alle intemperie della vita, che la realtà pone, c’è una possibilità di starci, di esserci, di ‘so-stare’, non perché eroi, non in forza di energie o capacità particolari, ma perché sostenuti dalla Speranza di Chi fa il mondo e ciascuno di noi che è Presente e ci è compagno ora. Allora, anche l’esperienza del limite della natura umana è vinto. Un messaggio che convince anche i più piccoli, se fatto di parole, di azioni, di ‘sguardo’ che gli adulti hanno verso la Realtà.
Claudia Ventura - pedagogista FISM Bologna
Nella foto don Camillo nella sua chiesa allagata e il logo della raccolta fondi Fism regionale
Il 28 Maggio si celebra la “Giornata mondiale del gioco”. Non so se vi è mai capitato di giocare a 'Panierino' con i bambini: tutti vogliono stare seduti nella seggiolina davanti agli altri, con un oggetto (costruzione lego piccola/pezzettino di plastica/pallina...a scelta) nella mano chiusa a pugno dietro alla schiena e chiamare gli altri bambini a indovinare in quale mano è nascosto l’oggetto.
Il gioco ha regole ben precise e funziona a determinate condizioni; generalmente è regolato da un adulto che appunto è garante del corretto funzionamento. I bambini si ‘sbracciano’ per essere chiamati da chi tiene in mano il gioco (in tutti i sensi) perché, seppure semplice, ha un fascino e un’attrattiva: attendere, essere chiamati, indovinare e chiamare, dire la filastrocca agitando le mani a pugno e attendere la scelta della mano.
Ma cosa può accadere quando lo scenario che si apre è fatto di quattro bambini piccoli, una scatola di sassolini colorati, tre seggiole e una insegnante che si affianca ad osservarli?
Momento di gioco libero in sezione. La maestra chiede a quattro bambini a cosa vogliono giocare. ‘A panierino!’- risponde Federica (4 anni). Poi la bambina sistema in modo preciso le tre seggiole della sezione, una allineata di fianco all’altra. Si siede in quella centrale ed invita i compagni a sedersi. Prende dalla scatola sopra al tavolino un sasso colorato. Anche Roberta (3 anni) prima di sedersi ne prende uno di un altro colore. La maestra prova a spiegare che per fare ‘panierino’ occorre un sasso solo, ma anche Roberto (3 anni) prende un sassolino e si va a sedere. L’insegnante mi guarda e sorride scuotendo la testa. Ritenta di spiegare che basta una seggiola e un sassolino e chiede chi dei quattro bambini sta seduto con il sasso nella mano chiusa a pugno dietro alla schiena… ma loro continuano ad organizzarsi. Allora chiede: ‘Come è la regola di questo gioco?’ L’unico dei quattro senza sassolino e seggiola, Andrea (3 anni), si pone in piedi difronte ai tre bambini seduti nelle tre seggiole.
L’insegnante, con lo sguardo incuriosito, li osserva e dice: ‘Va bene, andate avanti, vediamo… forse può funzionare!’
A quel punto Andrea si mette davanti a Federica che porta le mani da dietro la schiena in avanti ‘a pugni chiusi’ e inizia: ‘Panierino, panierino quale è vuoto?’, facendoli roteare davanti al bambino che sceglie una mano, toccandola con il dito. La mano si apre e appare il sasso rosso. Federica si alza, lascia il posto e il sasso ad Andrea, si mette in piedi davanti a Roberta che ripete “Panierino, panierino…” agitando i pugni… e così via!
La maestra mi guarda sorridendo: è evidente che funziona e tutti sono contenti di avere il sassolino in mano o di scegliere il pugno da aprire. Tutti protagonisti, tutti sono presi ‘dentro’ al gioco.
A volte ci mettiamo a pensare noi come fare, cosa inventare, come includere, come far funzionare…
È molto più semplice osservare per vedere come i bambini, da soli, trovano il modo per offrire ad ognuno il suo ‘spazio’ da protagonisti, per stare bene insieme, per non escludere nessuno.
Non sarebbe accaduta questa esperienza geniale dei bambini, se l’insegnante fosse intervenuta a dare le regole, gestire, organizzare.
E noi, siamo capaci di stimare i bambini e fare quel passo indietro per lasciare spazio e guardare l’imprevisto che accade?
Claudia Ventura - pedagogista e insegnante
Nella foto il gioco del "Panierino"
Sabato pomeriggio: sulla chat dell’AGIMAP Italia Onlus, associazione che riunisce genitori i cui figli hanno frequentato o stanno frequentando l’Istituto Maestre Pie dell’Addolorata di Bologna, arriva l’accorato appello di don Tiziano, parroco di Solarolo, che chiede aiuto per la situazione emergenziale causata dall’alluvione dei giorni scorsi nella zona della Romagna
Domenica mattina: alcuni di noi partono con generi di prima necessità e, su richiesta del parroco, con un po’ di prodotti di cancelleria per i bambini. Entriamo con le macchine nel viale che conduce nel centro del paese: su entrambi i lati sono visibili le case fortemente colpite dall’esondazione del fiume e davanti alle porte numerose sono le cataste di mobili che il fango ha trasformato in rifiuti. Di fronte alla piazza, occupata dai tendoni della protezione civile, si trova la chiesa. Ci accoglie il parroco che, alla vista di una quindicina di persone che hanno accolto il suo appello, si commuove e non trattiene le lacrime, ringraziando la Provvidenza.
Mentre ci accompagna nel salone della parrocchia per riporre le provviste, ci spiega che sono stati giorni complessi, che lui stesso ha avuto momenti di scoramento, fin quando una bambina gli si è avvicinata porgendogli una caramella e dicendogli: “Tieni Don, ne hai bisogno anche tu!” Il Don tiene ancora quella caramella in tasca e ci confessa che, nei momenti più difficili, la tira fuori e ripensa a quella bambina. “I bambini… sono loro la priorità” – dice il don- “e da domani la scuola dell’infanzia parrocchiale aprirà le porte a tutti i bambini del paese, visto che la scuola statale non è agibile, perché i bambini hanno bisogno di normalità e di stare insieme. Così, inoltre, daremo la possibilità alle famiglie di essere libere per continuare il recupero delle loro case e degli immobili colpiti... per poter ripartire”.
“Per quanto riguarda la nostra scuola parrocchiale, per il prossimo anno abbiamo solo otto bambini iscritti, ma io non voglio chiudere ed ho chiesto al Signore di darmi un segno. La nostra scuola è stata l’unico edificio che l’esondazione del fiume non ha toccato: il segno è arrivato… ed io ancora una volta mi affido alla Provvidenza”.
Daniela Mughetto - pedagogista FISM Bologna
Nella foto i volontari AGIMAP Italia Onlus
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