Newsletter del 22 dicembre 2023

FISM Bologna. Una riflessione sul Natale: "Gesù è la nostra pace"

“Egli infatti è colui che di due popoli ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini” (Efesini 2, 14.17).

Tutti sentiamo l’urgenza della pace. È forte nel cuore di tutti il desiderio, la speranza, l’attesa che accada un tempo di pace tra tutti gli uomini; ma sembra sempre più difficile trovarla. Dove cercare e realizzare la pace? Come farla accadere? Chi può darcela?
Stando così le cose, c’è una riflessione che si impone. Se è così urgente un tempo di pace, perché è sempre più difficile farlo accadere? Non è forse perché non c’è là dove cerchiamo la pace? O meglio perché si è esaurita la sorgente, o si è seccata la radice? Non è che il cuore dell’uomo, sede della sua libertà, cioè della volontà, del sentimento, del bene, abbia bisogno a sua volta di essere ricolmato di pace da altra fonte?
“Signore ci hai creati per te e inquieto è il cuore nostro, finché non riposa in te” (S. Agostino).
Infatti, nella notte del Natale di Gesù, viene portata “la pace in terra agli uomini amati dal Signore”.
È Gesù che “abbatte nella sua carne l’inimicizia”. Dice Gesù: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”. Con la venuta, cioè con la presenza accolta di Dio in mezzo a noi, “viene a visitarci un sole nel suo splendore per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.
Dunque la pace è possibile perché ci è data. Perché girarle le spalle? Perché voler far senza di essa? Ci è chiesto semplicemente il coraggio della libertà, della semplicità, della lealtà di Maria, di Giuseppe e di tutti i personaggi del presepio, anche se oggi questa è “merce” molto rara, quasi introvabile tra noi, ma sempre disponibile.
Vieni Signore Gesù, il mondo ha bisogno di te.
Al mondo manca la pace, Tu sei la pace. (Rit.)
Buon Natale a tutti.
Don Luigi Gavagna, consulente ecclesiastico FISM Bologna

Il Servizio civile in FISM. Raccogli la spilla, è il tuo momento!

“Oggi celebriamo migliaia di ragazzi e ragazze che hanno scelto di donare il loro prezioso tempo a tutti noi. Il Servizio Civile Universale non è solo uno strumento straordinario di volontariato, ma soprattutto un viaggio, fatto di crescita personale ed esperienze, che arricchisce con generosità la crescita collettiva del nostro Paese”. Lo afferma la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, in occasione della Giornata Nazionale del Servizio Civile Universale (15 dicembre 2023, Roma)

Non sono migliaia, ma 296 i ragazzi che hanno indossato la spilletta del Servizio Civile in questi 4 anni in FISM, ragazzi che hanno scelto di mettere 9 o 12 mesi a servizio della propria comunità, a servizio dei più piccoli. Fare servizio civile in una scuola FISM, vuol dire credere nel futuro due volte.
Per prima cosa aiuti una comunità con due occhi, due mani in più per osservare, creare, conoscere e crescere bambini che domani saranno adulti più consapevoli e attenti all’altro perché lo hanno provato da piccoli.
In seconda battuta aiuti a crescere te stesso. Sì perché l’anno di servizio civile è un anno che ti dà la possibilità di metterti alla prova, di sperimentarti in diverse mansioni: molti ragazzi si sono poi iscritti all’Università, altri hanno scelto di cambiare percorso di studi per uno inerente l’educazione cui si sono sentiti attratti e portati, altri hanno invece capito che una cosa era lo studio sui libri, altro lo stare con bambini veri!
Alcuni di questi ex volontari hanno trovato lavoro nelle stesse scuole FISM o in Enti partner; tutti, comunque, potranno avere una spinta maggiore nel settore lavorativo grazie alla legge 21 giugno 2023 n. 74, che prevede che nei concorsi per l’assunzione di personale non dirigenziale indetti dalle amministrazioni pubbliche, di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, una quota pari al 15 per cento dei posti sia riservata a favore degli operatori volontari che hanno concluso il servizio civile universale senza demerito.
Educare con cura 23, Prendimi per mano 23, Avrò cura di Te 23 e Un anno di Te per Me 23 sono i prossimi progetti per i quali ci si potrà candidare e hanno 170 posti disponibili nelle province di Bologna, Ferrara, Forlì Cesena, Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Basta scegliere la sede (
https://scu.fism.bo.it/enti-e-sedi/) fare domanda e mettersi a servizio!
Raccogli la spilla, è il tuo momento! https://www.instagram.com/stories/scufismbo/3260427232482486166?utm_source=ig_story_item_share&igshid=YTdmYTgyZDdmNQ==

Daniela Pozzana
Servizio Civile FISM Bologna

I bambini hanno bisogno di adulti che sappiano attraversare il bosco

Venerdì 15 dicembre ci siamo ritrovati con la pedagogista Chiara Scardicchio per una riflessione sulla “piccola morte”, ovvero l’esperienza di frustrazione necessaria per le competenze di vita. Guidati dalle sue preziose riflessioni e dalla lettura di alcuni albi illustrati, abbiamo riscoperto come la parola narrativa sia necessaria per stare di fronte alle grandi domande dei bambini (anche a quelle più scomode)

Siamo in un tempo che ha eliminato la morte come narrazione e sempre più genitori decidono di non portare i bambini ai funerali per proteggerli e non farli soffrire; ma proteggendoli da questa realtà (attraverso la negazione o la distrazione), in realtà li stiamo rendendo più fragili. Pensiamo di essere bravi genitori se facciamo stare i nostri figli sempre in festa, se soddisfiamo ogni loro esigenza, se riempiamo tutto il loro tempo di esperienze “wow”. Tutto questo fa sì che il bambino e poi l’adolescente non si abituano ad attraversare il vuoto, non si abituano a stare nella frustrazione che invece è il segno della vita.
Non esiste un dolore in sé che ci annichilisce, ma è come noi lo attraversiamo che fa la differenza e il nostro primo compito è proprio di chiamarlo per nome.
Il bambino, come l’adulto, ha bisogno di senso e ha bisogno di avere accanto un genitore che sia adulto (un Sé solido). Cosa vuol dire essere adulti? Vuol dire sapere attraversare il bosco. Il Sé lo riconoscete dalla capacità di accogliere il bosco, ad esempio una critica: come stiamo davanti ad una critica? Come stiamo davanti ai nostri errori?
Gli albi illustrati rappresentano la possibilità non di edulcorare la realtà ma di entrare nella realtà.
Attraverso la narrazione noi essere umani ci diamo senso o cerchiamo senso.
Tutti i dolori sono sopportabili se li si inserisce in una storia o si narra una storia su di essi (Karen Blixen).
Il dolore può quindi diventare generativo se c’è la possibilità di attraversarlo.

Di seguito il riferimento di tre albi illustrati per porgere ai bambini la realtà della morte in modo delicato e autentico:
-"Io e il mio vuoto" di Azam Mahdavi (Emme Edizioni)
-"Sai chi sono io?" di E. Helland Larsen & Marine Schneider (Edizioni Primavera)
-"E se la morte fosse un bosco?" di G. Ventura, C. Scardicchio, Hanieh Ghashghaei (Edizioni Animamundi).

Lara Vannini – responsabile coordinamento pedagogico FISM Bologna