Il nostro cammino verso la Pasqua rappresenta la tappa finale di un viaggio che abbiamo intrapreso con i bambini, nato da una loro idea di costruire un treno per partire insieme agli amici.
Attraverso il rilancio delle insegnanti e l’interesse manifestato dai bambini, siamo partiti per esplorare il territorio andando anche oltre i confini della nostra città, aprendoci alla scoperta del mondo attraverso esperienze proposte a scuola ed uscite didattiche. La visita al Frantoio, sulle nostre colline imolesi, e l’approfondimento sul mondo dell’olivicoltura, sono stati illuminanti. L’uliveto ha davvero tanto da raccontare. Passeggiando tra i filari, abbiamo narrato ai bambini la storia di Noè e del rametto di ulivo portato da una colomba per annunciare che il diluvio era terminato; inoltre, abbiamo ricordato che anche Gesù, l’ultima notte, era ai piedi del Monte degli Ulivi con i suoi discepoli. Allora abbiamo raccolto dei rametti di ulivo, pianta sacra dell’antichità e simbolo di rigenerazione e di pace, e li abbiamo portati a scuola. In occasione della benedizione pasquale, anche i nostri ramoscelli hanno ricevuto l’acqua santa.
Come dono per le famiglie, abbiamo organizzato un laboratorio di cucina insieme alla nostra cuoca e abbiamo realizzato delle buonissime colombe da portare a casa, per augurare a tutte le famiglie una Serena Pasqua.
Giardino d’infanzia-Imola
Nella foto passeggiata tra gli ulivi
Andare a Barbiana vuol dire incontrare una vita ricca di pensieri e di sfumature che ancora oggi ha tanto da raccontare e che non è possibile racchiudere in poche righe. Tante le possibili provocazioni da riprendere dopo il pellegrinaggio pedagogico, proposto e organizzato da FISM Nazionale. Ne scelgo una che ha risuonato in me i giorni successivi: il rapporto tra Don Milani e l’obbedienza
Don Lorenzo scrisse un testo famoso intitolato “L’obbedienza non è più una virtù”, a sostegno della scelta di obiezione di coscienza al servizio militare di leva in Italia. In quel testo, don Milani e i suoi ragazzi contestavano l’obbedienza cieca, l’obbedienza perpetuata senza il rispetto della legge di Dio o della legge della Coscienza, non capace di ragionare su ciò che è bene e male. Quell’obbedienza nel nome della quale sono stati giustificati alcuni tra i crimini più efferati della storia dell’umanità.
Al tempo stesso, la vita di don Milani è stata segnata dall’obbedienza, ma da un altro tipo di obbedienza.
Il cammino sacerdotale di don Lorenzo Milani, nella Chiesa fiorentina, si distingue per una grande libertà di pensiero e di parola ma, nello stesso tempo, da un’assoluta obbedienza al Vescovo e alla Chiesa quando gli è stato richiesto. Don Lorenzo fu obbediente alla Chiesa e al suo Vescovo fino alla fine, anche nelle prove più dure e crudeli alle quali è stato sottoposto.
“Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa” (Lettere di don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, del 10.10.‘58).
Per don Lorenzo, mentre l’obiezione di coscienza nei confronti delle leggi ingiuste dello stato è un dovere morale, l’obbedienza nella Chiesa è una condizione indispensabile per radicare la libertà del cristiano e illuminare la coscienza.
D’altronde, così era all’inizio della storia cristiana: i primi cristiani erano disobbedienti di fronte ad alcune leggi del Sinedrio e di Roma – e quindi degni di morte – mentre erano obbedienti a Cristo. Ai loro occhi esisteva un’altra legge alla cui obbedienza non poterono rinunciare, neanche a rischio della propria vita: il rapporto di amicizia con Gesù. Così era per don Milani, che ha vissuto quel rapporto nella sequela dei suoi superiori.
“Cara mamma, mi dispiace che tu senta il peso della mia mancanza di libertà. Ma non ci pensare perché io non ne sento punto. Quando uno liberamente regala la sua libertà è più libero di uno che è costretto a tenersela” (Lettera n.8 del 14 Marzo 1944, Firenze).
In definitiva, mi sembra di riassumere che nella vita non è possibile non obbedire a qualcuno… e la domanda che potremmo rivolgerci è: a chi stiamo obbedendo noi? Da cosa/da chi dipendiamo?
Mi auguro che, come per don Milani, la nostra obbedienza possa consistere nel «seguire chi ci aiuta a camminare verso il destino», cioè verso quella meta di pienezza a cui ognuno tende.
Lara Vannini
Coordinamento pedagogico FISM Bologna
Nella foto don Milani e i suoi ragazzi
La scuola dell’infanzia paritaria Cesare Garagnani è gestita da una Associazione fondata il 19 Marzo 1997 da genitori, amici e simpatizzanti della scuola, per sollevare il parroco dell’epoca dalla gestione sempre più onerosa. in termini di tempo e risorse, della scuola materna parrocchiale
Ogni anno, nella domenica più vicina al 19 Marzo, celebriamo l’anniversario della fondazione nei locali della parrocchia di S. Savino di Crespellano, organizzando la “Festa del grazie”: è un’occasione in cui il consiglio di gestione vuole ringraziare quanti si prodigano nelle varie attività di sostegno alla scuola.
Infatti, attorno alla scuola, gravita un importante movimento di volontari che si occupano dell’amministrazione e della gestione, delle piccole manutenzioni, del giardinaggio, dello sporzionamento dei pasti e, soprattutto, di tutte quelle attività di raccolta fondi che ci permettono di mantenere moderate le rette e chiudere il bilancio annuale della scuola.
La “Festa del grazie” è un’occasione meno formale della annuale assemblea dei soci, dove invece il focus principale è l’approvazione del bilancio preventivo e consuntivo. Il giorno della festa accogliamo i soci, i volontari ed i simpatizzanti all’uscita della Messa, con una pasta, un caffè o un aperitivo; esponiamo alcuni cartelloni che illustrano le principali tappe e attività di questi anni, mentre vengono proiettate alcune foto delle attività dei nostri bambini a scuola.
Chiacchierando, ci confrontiamo per capire cosa è apprezzato e cosa possiamo migliorare; inoltre, ricordiamo a tutti gli appuntamenti ormai fissi dell’anno: il pranzo pro scuola materna, la cena di luglio in piazza, la festa della parrocchia e la festa fiera.
È bello vedere gente di tutte le età che, guardando le foto storiche, riconoscono il papà, il nonno o il figlio che canta… (mamma mia com'era piccolo!). E' proprio un popolo, un villaggio che educa i bambini, per dirla con le parole di Papa Francesco.
Naturalmente, anche la nostra associazione non può continuare la propria attività senza soci, e questa è une delle principali occasioni in cui, chi è meno avvezzo ai pagamenti online, può rinnovare la tessera pagando direttamente la quota annuale e ricevendo un piccolo omaggio realizzato dai bambini della scuola: questo è il loro modo di dire “GRAZIE!”
Andrea Maccaferri - Associazione Amici scuola materna "C. Garagnani"
Nella foto un momento della Festa
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